SFC: Il Servette di Sébastien Fournier ha già tutti gli occhi addosso

Qualche giorno fa il Giornale del Popolo ha dato risalto alla squadra più attesa del prossimo torneo di Challenge League. Analisi della favorita numero 1 per il prossimo campionato a due settimane dal via a cura di Pierluigi Giganti. Molti ancora i punti interrogativi, anche se intanto è stato trovato il nuovo DS e - proprio oggi - sono stati ufficializzati gli arrivi di Igor Tadic e Neven Markovic (Foto SFC.ch). Si ringrazia la redazione sportiva della testata ticinese per averci concesso la pubblicazione dell'approfondimento.

di Pierluigi Giganti

GINEVRA 
Favorito d’obbligo. Difficile spendere un’etichetta diversa per il Servette, ai nastri di partenza della prossima Challenge League. Rango e tradizione sono effettivamente dalla parte dei granata. A ben guardare, però, non è tutto oro ciò che luccica sulle sponde del lago Lemano. Una retrocessione, per quanto annunciata da una stagione intera, non è mai semplice da metabolizzare; e quei problemi di liquidità, lasciati in eredità dalla gestione Pishyar, non sono stati spazzati via come d’incanto dal neo-presidente Quennec.
Anzi, la licenza per il torneo che partirà fra meno di venti giorni è arrivata all’ultimo secondo e a seguito di un colloquio-fiume tra il proprietario canadese e i vertici della Swiss Football League.«Squadra da battere? Francamente non mi va di prendermi una responsabilità del genere. Almeno non adesso. A organico completo ne possiamo riparlare», è il pensiero – come sempre genuino e diretto – di Sébastien Fournier, il confermatissimo allenatore dei Grenats. Sedici sono infatti gli elementi in scadenza di contratto e parecchi i pezzi grossi che hanno lasciato la barca ginevrina. Rüfli, Karanovic, Kusunga, Kossoko, Kouassi, giusto per fare qualche nome. O i prestiti non rinnovati di Lang (tornato al Grasshopper) e di Vitkieviez (prestato dal suo club, lo Young Boys, al San Gallo). Al momento, il Servette è ancora un cantiere: senza un attaccante di peso – anche se la pista che porta al ginevrino Roux (ex Bellinzona e Losanna) è calda – e con una situazione finanziaria talmente fragile che la Lega ha richiesto controlli dettagliati trimestrali. Una posizione fondamentale però, quella del direttore sportivo, ha trovato il suo titolare proprio negli scorsi giorni: si tratta di Loïc Favre, abile operatore di mercato e figlio dell’attuale allenatore del Borussia Mönchengladbach. Da quando ha lasciato il calcio giocato a soli ventun anni, a causa delle ripetute commozioni cerebrali (la sua ultima squadra fu il Bellinzona), il ginevrino si è occupato di management sportivo all’interno del gruppo nordamericano WFM. Insomma, è uno con i contatti giusti nell’ambiente e dovrebbe sfruttare al meglio il budget di 4 milioni di franchi, un bijou per la categoria. «Anche se Loïc fosse stato già operativo a tempo pieno in precedenza, non credo saremmo riusciti a chiudere i dossier di trasferimento che abbiamo attualmente in corso. Il campionato in Svizzera inizia veramente presto, i giocatori interessanti preferiscono attendere per cercare magari di spuntare un ingaggio in un torneo più prestigioso. Bisogna essere rapidi, ma non precipitosi», chiosa saggiamente Fournier. Servono anche un pre paratore fisico e un allenatore dei portieri; per quest’ultima posizione circola un nome di prestigio, quello dell’ex numero uno della nazionale Pascal Zuberbühler. Gli elementi da cui ripartire, comunque, ci sono. L’incedibile Moubandje, che assicura spinta sulla corsia sinistra; il talentuoso Pasche, piedi delicati e cervello finissimo; il brasiliano De Azevedo (si attende a breve la conferma della sua permanenza), il cui piede mancino taglia come una lama affilata; e l’ultimo arrivato – il laterale offensivo serbo Marinkovic – che vanta esperienze in Israele e Grecia. A questi quattro pilastri si aggiungono due elementi che escono con le ossa rotte e con l’etichetta di ripudiati dall’ennesima stagione folle del Sion, rovinata dalla megalomania del suo presidente. Anthony Sauthier è un terzino polivalente con il piglio da veterano nonostante sia solo ventiduenne, che sa giostrare anche in mezzo al campo offrendo dinamicità e determinazione. Colui che potrebbe diventare il leader del centrocampo del nuovo Servette è Didier Crettenand, centoventi presenze tra le prime due categorie elvetiche, polmoni capientissimi e tocco raffinato. Sono proprio i due ex biancorossi che potrebbero scrivere un’altra pagina di successo nel romanzo dei vallesani che hanno fatto la fortuna del Servette, da Brigger a Valentini a Barberis. Fino ad arrivare proprio a Sébastien Fournier. «A parte una scappata a Sion (le prime otto giornate dello scorso torneo di Super League, ndr) sono diciassette anni ininterrotti che faccio parte del Servette. Avrei potuto lasciare la società dopo la retrocessione, ma il presidente ha saputo trovare le parole giuste per farmi rimanere, e io ho accettato perché mi sento il Servette dentro», aggiunge il quarantaduenne di Nendaz. Per accarezzare il sogno della promozione, il Servette ha davvero bisogno di ripartire da uno così: un vero cuore granata.

Etichette: , , ,