Ti ricordi dell’Islanda? No, ora penso al Brasile


di Paolo Galli

Alla luce della vittoria di ieri in Norvegia, così solida e decisiva, quanto accaduto contro l’Islanda finisce (neanche a dirlo) nel dimenticatoio, per sempre. Il 4-4 di venerdì è comunque servito, alla Svizzera, come incentivo: da lì, gli uomini di Hitzfeld sono ripartiti, con le fila nuovamente serrate, con le idee in chiaro una volta per tutte. Questa squadra volerà in Brasile: ora non abbiamo più dubbi. E se lo farà in un certo modo, lo si dovrà anche all’Islanda. Pensa un po’. Il confronto avuto domenica sera, con le porte dello spogliatoio chiuse persino a Hitzfeld, si è rivelato un toccasana. La Svizzera, in effetti, ieri non ha mollato proprio mai sul piano della concentrazione, chiudendo la partita grazie a due calci da fermo e, successivamente, attraverso una scrupolosa gestione del vantaggio. Il ritorno di Inler, in questo senso, si è sentito, ma ieri c’è stato anche altro, qualcosa che potremmo definire con il retorico concetto di “gruppo”. Una bella risposta anche allo stesso Hitzfeld, che alla vigilia si era appellato alla solidarietà tra i compagni, per dimenticare l’Islanda e per voltare lo sguardo oltre oceano, verso il Brasile. Behrami, ieri sui suoi soliti livelli – e in assoluto il più felice dopo il triplice fischio finale –, ha riassunto: «Sicuramente abbiamo vissuto tre giorni surreali. Ma siamo stati bravi a mantenere la positività. Qui a Oslo abbiamo giocato bene per 90’, meritando la vittoria. Questo è un gruppo fantastico con un mix di esperienza e spensieratezza. Poche volte sono stato in un gruppo così bello e coeso». Parole dettate dalla felicità, appunto, e dal suo spirito (per definizione) positivo, ma comunque credibili, anche perché condivise da altre voci. LEGGI IL RESTO

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