"Ho solo vent'anni, ma sono veterano"



di Massimo Schira

Quando hai 17 anni, giochi a calcio, sei campione del Mondo della tua categoria e vieni scelto da una società di Serie A italiana, tenere i piedi per terra è evidentemente difficile. Per conferme, chiedere a Bruno Martignoni. Pochi mesi dopo l'esaltante cavalcata in Nigeria con la nazionale Under 17, ecco la chiamata del Cagliari. E la vita del giovane calciatore che cambia repentinamente. "Anche se molti mi dicono che la scelta di andare in Sardegna è stata sbagliata, io non la rinnegherò mai - racconta al Caffè il ventenne difensore oggi in forza all'Aarau -. Ora mi rendo conto che anche solo il fatto di potermi allenare regolarmente con la prima squadra, essere convocato alcune volte e giocare quei 90 minuti in Coppa Italia sono stati per me di grande insegnamento. È vero, quando sono tornato a Locarno ho vissuto il cambiamento come una sconfitta e sono stato anche troppo arrogante. Non a caso, non sono più stato convocato in nazionale, né nella Under 19, né nella Under 20 Ma poi le cose sono migliorate, ho capito i miei errori e sono tornato a mostrare quello che valgo sul campo".
Del resto, la sua scelta di provare giovanissimo il salto nel calcio che più conta, Bruno Martignoni l'ha pagata di persona. "Sono partito a 17 anni da casa e non è mai facile - conferma -. Quando a 18 anni sono rientrato a Locarno e le cose non andavano per il verso giusto, mi sono anche sentito dire che ero un giocatore finito. Ma io sapevo che dando il massimo sarei uscito da questa situazione. Il lavoro con Morandi mi ha aiutato e lo scorso anno, pur nelle grandi difficoltà della squadra, sono riuscito a mettermi di nuovo in mostra. Come conferma il mio passaggio all' Aarau in Super League e la convocazione di mister Tami per le partite di qualifica agli Europei con la nazionale Under 21". LEGGI IL RESTO

Etichette: , , , ,