di Davide Perego
Ho immediatamente pensato, mentre leggevo il resoconto di Cesena - Chiasso (su "Il Mio Chiasso"), a quello che avevo letto qualche anno fa nel libro che Nick Hornby ha voluto dedicare a mamma e papà. Uno dei suoi capolavori: " Febbre a 90' ". Ricordavo un passaggio essenziale relativo ai tifosi, ma il tempo ne ha in parte cancellato l'esatto significato. Sono state quelle maglie, lanciate dai giocatori rossoblu alla decina di tifosi presenti al Manuzzi, a stimolare la mia curiosità di aprire il libro ed andare in cerca del capitolo che ho trovato dopo aver riletto un'ottantina di pagine. Si parla della ristrutturazione dello stadio dell'Arsenal dopo la tragedia di Hillsborough e del fatto che nei nuovi impianti non sarebbe stato possibile creare l'atmosfera elettrizzante di una volta. Una ristrutturazione anche nella filosofia di assegnazione dei biglietti i cui prezzi avrebbero impedito ad una certa classe "operaia e del basso ceto medio" di continuare a seguire la propria squadra del cuore. Ed ecco il collegamento che in qualche strana maniera ho trovato attinente al rapporto tra le società ed i tifosi più fedeli.
"Parte del piacere che si ricava dall'andare nei grandi stadi di calcio è un piacere parassita e riflesso, perché a meno che uno non vada nel North Bank, nel Kop o nello Stretford End, vuol dire che, per l'atmosfera, si appoggia agli altri; e l'atmosfera è una delle componenti fondamentali nell'esperienza del calcio. Questi enormi settori sono tanto importanti per i club quanto i giocatori, non solo perchè i loro habituè offrono un supporto di tipo sonoro alla squadra, e non solo perchè riforniscono le società di grosse somme di denaro (anche se non sono elementi trascurabili), ma perchè , senza di loro, a nessun altro gliene fregherebbe niente di andare allo stadio. L'Arsenal, il Manchester United e tutti gli altri, hanno l'impressione che la gente paghi per vedere Paul Merson e Ryan Giggs, e naturalmente è vero. Ma molti di loro - le persone sedute nelle poltroncine da venti sterline, i pezzi grossi in tribuna - pagano anche per vedere la gente che guarda Paul Merson (o per ascoltare quello che la gente gli urla). Chi pagherebbe per un posto in tribuna se lo stadio fosse pieno solo di pezzi grossi ? Il club vendeva quei biglietti a condizione che l'atmosfera fosse gratis, e così il North Bank rendeva, quanto a incassi, come qualunque giocatore. Chi farà casino adesso ? I bambini e le loro mamme e i loro papà piccolo-borghesi di periferia verranno ancora, se dovranno fare tutto da soli ? O si sentiranno imbrogliati ? perchè in pratica il club ha venduto loro dei biglietti per uno spettacolo in cui l'attrazione principale è stata rimossa per fare loro spazio.
Ancora una cosa sul genere di pubblico che il calcio ha deciso di volere: le società devono essere sicure di risultare efficienti, di funzionare, di non incappare in annate magre, perchè i nuovi spettatori non sopportano i fiaschi. Questo non è il tipo di persone che ti viene a veder giocare contro il Wimbledon in marzo quando sei undicesimo in Prima divisione e oramai fuori da tutte le gare di Coppa. Perché dovrebbe ? Ha mille altre cose da fare. Quindi, Arsenal, basta con i periodi "no" lunghi diciassette anni, come quello tra il 1953 e il 1970 d'accordo ? Niente flirt con la retrocessione, come nel 1975 e nel 1976, niente sfilze di cinque e passa anni in cui manco arrivi ad una finale, come tra il 1981 e il 1987. Noi aficionados gonzi passavamo sopra anche a questo, e in almeno ventimila ci facevamo vivi indipendentemente da quanto scarsi eravate (e certe volte siete stati molto, molto scarsi davvero); ma su questa nuova brigata...io non ci farei tanto affidamento".
(Febbre a 90' - "Il giorno dell'investitura" - Arsenal - Ipswich 14.10.72)
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