CL: Chiasso - Servette 0:1


di Davide Perego

C'era una volta il Servette FC. Club da diciassette titoli e sette coppe. Oggi ci sono solo una cinquantina di tifosi che non mancano mai ad una partita ed un gruppo di giovani promesse che cercano di dare dignità ad una squadra che non sta in piedi. Kevin Cooper sarebbe di fatto il tecnico dei ginevrini: pura illusione. La squadra vista nel pomeriggio al "Riva IV" non può avere alcuna fondata speranza di promozione: questa la soggettiva impressione che somma quanto già di modesto visto nei precedenti 270 minuti di (non) gioco. Tra due squadre che in 270 minuti avevano calciato in porta 14 volte ciascuna, era semplice attendersi una partita da noia. Nessun regalo. Non è stagione di balocchi. E' stagione di vacanze. La trama preventivabile non ha riservato sorprese e il logico malumore in tribuna ha basi fondate e solide. Difficile pretendere che si paghi un biglietto per uno spettacolo simile. Quasi impossibile conquistare nuovi (e magari giovani) spettatori. Ascesa tosta quella di trovare sponsor o gente che abbia voglia di investire. Non resta che la genuinità di un tifo corretto e la voglia di fare dei più giovani che da una parte o dall'altra hanno salvato una partita da cancellare al più presto e tra le peggiori viste nell'ultimo decennio.
Il Servette ha rubacchiato tre punti, che avrebbe forse meritato se il calcio fosse come il pugilato, ma che infine risultano trovati casualmente e comunque poco auguranti. Kevin Cooper fa davvero molta fatica nel leggere la partita, nel cogliere le lacune di un Chiasso spaventato e timoroso e dimostra di non essere nemmeno tanto bravo nel lavoro quotidiano. Esempio lampante, una gestione delle palle ferme peggiore di quella di Ramelliana memoria. Il Chiasso, guarda, si accontenta di un pari che farebbe terzo risultato utile in quattro partite e sfiora addirittura il clamoroso vantaggio con un colpo di testa di Diarra che illude e basta. Poi però è il Servette a fare male sul serio grazie all'intelligenza ed alla straordinaria condizione di Jocelyn Roux, uomo chiave troppo spesso discusso e anche oggi capace di rivelarsi professionista serio pur frustrato da 80 minuti di riscaldamento e dalla probabile voglia di mandare al diavolo il suo allenatore. In nove minuti, l'ex Bellinzona, diventa l'uomo più pericoloso del match: stop e girata deviata in angolo da scuola calcio, assist di petto geniale per smarcare a rete Doumbia e numero di fantasia nel recupero che mette Sauthier in condizione di creare opportunità di raddoppio per i compagni. Il Chiasso è al tappeto ed in questo momento c'è poco su cui imprecare di fronte all'evidenza di due sole reti segnate su rigore (uno regalato) e di tre tiri in porta nelle ultime due partite. Di conforto ci sono i quattro punti messi in cascina e le sole tre reti sin qui subite che dopo il quarto impegno di Losanna e Sciaffusa potrebbero anche fare della difesa rossoblu la meno battuta del torneo. Una certezza e comunque una base dalla quale ripartire per cercare urgenti nuove soluzioni. Oggi, sempre soggettivamente, si sono salvati i soli Maccoppi e Luechinger: davvero un po' poco. Nell'anonimato assoluto un terzo di squadra; più da quattro che non da cinque (voti internazionali) il resto della truppa. Guatelli escluso.

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