Seguire l’entusiasmo che circonda il Bellinzona è uno spettacolo fantastico, coinvolgente. Come assistere al time-lapse della natura che in pochi minuti concentra il lento passaggio da un arido inverno a una lussureggiante primavera. Il ritorno alla vita. La sua forza incontenibile e travolgente. Sfrenata. Un’ esondazione granata di granata. Quanto sfrontata. Sin pericolosa: nel calcio, peggio con i grandi cambiamenti imposti dal mercato, non c’è aritmetica. Il lavoro che sta svolgendo la società è promettente quanto interrogativo. Molti volti nuovi e altrettante speranze, l’insieme inevitabilmente, è incognita. Incognita per un campionato che per molti giocatori è novità assoluta; incognita ad ogni partita.
L’avversario avrà sempre il coltello fra i denti per farla pagare “cara” ai rivali della Capitale. Non c’è tempo da perdere si deve tornare tra i professionisti. Presto. Un allenatore serio e motivato che è stato scelto per queste sue caratteristiche. Rossini farà lo “chef”. Di quelli bravi, a cui non servono gli intingoli o il ciuffo ribelle per essere fighi. Con gli ingredienti che hanno tirano fuori il massimo. Di sicuro resta la sostanza della missione. Giocatori giovani, un po’ di marpioni per dare esperienza e magari costruire giocatori per produrre utile e utilità. Risultati in campo e fuori. Pane e companatico, insomma.