La trasferta in Ucraina con la nazionale Under 21 è stata davvero particolare. Molto al di là del risultato negativo per la qualifica alla fase finale dell'Europeo 2015. Perché non è stata una trasferta normale, così come non è stata normale la partita. Nei tre mesi precedenti l'appuntamento ci sono state tante preoccupazioni per la delicata situazione interna al Paese. C'è stato un tira e molla, non si sapeva dove si sarebbe giocato, addirittura si discuteva se la partita si sarebbe disputata oppure no. Alla fine la scelta è caduta sulla città di Cerkasy, a sud est della capitale Kiev e a circa 500 chilometri dalla zona calda degli scontri.
Il primo approccio è stato subito particolare, perché l'aeroporto è stato riaperto dopo anni di abbandono espressamente per il nostro arrivo. Una situazione strana, anche perché all'arrivo abbiamo trovato parecchia gente, venuta non tanto per vedere i giocatori, quanto per assistere all'atterraggio di un aereo di una certa grandezza, visto che non accadeva da tempo. Tutta la permanenza a Cerkasy si è poi svolta sotto scorta della polizia, che ci ha seguito in albergo, agli allenamenti e allo stadio. In generale, però, non abbiamo visto o vissuto situazioni particolari legate alla crisi nel Paese. Almeno fino al momento della partita.
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