Fame di pagelle: statistiche chiare

Ci sono temi che andrebbero affrontati costruendo un serio dibattito. Uno di questi, mi si consenta di accennarlo brevemente, è quello relativo alle pagelle. Il voto sembra essere sempre più merce d'interesse per il pubblico di appassionati che frequenta uno stadio, che acquista un quotidiano o che, come nel nostro caso, entra in un blog. Lo dimostrano gli spazi concessi dalle testate della carta stampata, ma soprattutto - sempre nel nostro caso - il numero di accessi. Non vi è che un timido interesse nell'approfondimento di una partita. Fioccano le visite sulle pagine dei voti. Proprio i voti, entrando nello specifico, risultano spesso viziati da simpatie, incapacità di valutazione, frustrazione, vendetta.

Ce ne si rende conto soprattutto quando si ha a che fare con il calcio internazionale. Non a caso, il dibattito sul mondiale di Messi ha addirittura scomodato illustri critici che hanno sparato sul talento argentino da barricate opposte e con accuse diametralmente diverse. Me ne accorgo di persona nel giudizio sulla prestazione di un calciatore di Challenge League con il mio vicino di seggiolino, con qualche collaboratore (non che ne abbiamo poi tanti), con i conoscenti che masticano chalcio. E' un tema interessante che andrebbe sviluppato con l'aiuto dei tecnici. Intesi come allenatori, direttori sportivi, preparatori. Che l'incidenza dei procuratori e degli sponsors sui voti ai calciatori sia spesso determinante non sembra nemmeno più scandalizzare. Il quotidiano italiano più venduto ne da ampia dimostrazione. Si prendano ad esempio le illogiche pagelle di una Torino - Inter dalle quali ne escono marchette senza filo logico provocando un misto di rabbia e compassione. Può però essere altrettanto per i nostri voti, che a quanto pare suscitano sempre maggiore interesse e risultano ai primi tre posti delle preferenze dell'utenza. Un dato statistico sul quale - noi senza sponsor - ci permettiamo di sorvolare a vantaggio di quel che ci piace raccontare. Un dato comunque interessante che non può essere ignorato. (dp)