Il ritorno alla vittoria sembra aver rimesso le cose a posto al “Riva IV”. Il fischio finale di Jancevski è suonato come una classica liberazione. In un campionato dove si sale e si scende rapidamente, può anche bastare vincere una partita in sei mesi (pausa compresa) per ritrovarsi a quattro punti dal quarto posto e credere ragionevolmente di essersi lasciati alle spalle il passato. Chi ha sudato di calcio - in campo o in panchina - sa cosa vogliono dire i lunghi periodi storti. Ci sono i demeriti. Ci sono i meriti. Quando torni a meritarti un risultato capita spesso che devi prima scontare una serie di quegli episodi che sembrano far parte delle penitenze aggiuntive.
Si pensi al secondo tempo di Neuchatel ma anche alla gara interna con l’Aarau quando messi gli argoviesi alle corde è stata la traversa a negare il vantaggio ai rossoblu. Anche domenica è successo di dover pagare una penitenza supplementare (l’ultima della serie) quando Regazzoni si è fatto parare da Kiassumbua il rigore che avrebbe sbloccato prima il risultato. Paradossalmente poi, il Chiasso ha segnato nel miglior momento argoviese (una fiammata di cinque minuti) quando a furia di subire la squadra di Rueda si è piazzata per qualche minuto a ridosso dei sedici metri rossoblu dove tra batti e ribatti qualcuno cominciava ad ipotizzare il peggio. Inizierà adesso un nuovo campionato. Il potere del risultato è quello di allontanare i fantasmi di un nuovo cambio di allenatore (se ne facciano una ragione gli sciacalli seduti in tribuna), di far gridare ai tifosi il “Vi vogliamo così !!!”, di rasserenare un ambiente teso e di mettere nei guai chi questa settimana starà sicuramente peggio: Aarau, Le Mont, Sciaffusa e Wohlen. Scrivevamo: si scende e si sale con rapidità. Ecco perché non c’è molto tempo per fermarsi a riflettere. Il nuovo campionato riprenderà lunedì sera alla Tissot Arena dove Marchesano e compagni non vincono dal 1 Novembre (Bienne - Aarau 3-1) data dell’ultima rete in Challenge League del MVP ticinese. (dp)