Situazioni come quella che hanno portato in prima pagina un calciatore professionista per meriti extra sportivi sono di non semplice analisi. Soprattutto se il movente non e' ben chiaro. Qualora lo fosse, ci si perderebbe in un giudizio soggettivo comunque opinabile. E allora rimane un giudizio di massa che fa di un professionista colui che la pazienza non la deve perdere ne sul campo e nemmeno fuori. Questione di ciò che uno rappresenta. Un calciatore professionista e' uno spot che non può essere di cattivo comportamento. Per taluni non lo può essere nemmeno se provocato.
Le foto che hanno sconcertato più di una notizia sono nude e crude. Ne esce un quadro triste e preoccupante di quello che siamo. Oggi come ieri - indipendentemente dal colore della nostra pelle - prevalentemente disposti a risolverla con le cattive (da una parte che si sente offesa) e prevalentemente in cerca di guai (da una parte che cerca lo scontro). In mezzo possono esserci incomprensioni che si risolvono senza l'uso di pugni e calci. Le conseguenze di un gesto si possono pagare in diversi modi. Al personaggio pubblico - nel bene e nel male - viene riservato un trattamento speciale dal quale non sempre se ne esce se stessi. E questo forse, a margine di ogni giudizio, e' cio' che accadra' anche in questo caso a colui cui e' stata rivelata identita'. (RCH)