***Di Ruggero Glaus
Andremo a svernare ai piedi dell'albero, appena al di qua del burrone e a quattro passi dall'aria fine.
La graduatoria di CHL a metà percorso si rivela alquanto ibrida e di problematica interpretazione. Di concreto ci sono le risultanze del campo che da fine agosto in poi comunque, non si prestano a false supposizioni. No, le cifre, nude e crude, supportano un Chiasso in crisi permanente, rimasto a galla soltanto in virtù di un avvio di torneo strepitoso, che davvero nessuno poteva prevedere.
Da quell'esaltante e ingannevole trionfo della Niedermatten a Ferragosto, di contrattempi i rossoblu ne hanno vissuti a iosa, con tanto di clamoroso tradimento da parte di un timoniere, che ha deciso di botto di abbandonare una barca che ha successivamente imbarcato acqua in abbondanza.
Niente più è girato per il verso giusto, con tanto di complicità universale che ha investito un po’ tutti, dalla dirigenza, ai tecnici e naturalmente i giocatori, coloro che, scendendo in competizione hanno il dovere di onorare fino in fondo la maglia che indossano. Adesso appunto, ai piedi dell’albero, le luci delle candeline, pongono in risalto le ingombranti ombre dell’incertezza, del timore e il Natale non è sereno come tutti si auguravano. E così, quando la cometa annuncerà il redentore, in casa rossoblu occorrerà spalancare gli occhi per vedere e trovare quelle soluzioni atte a rinfrescare l’immagine di un club, che purtroppo, sta soffrendo e sta facendo soffrire da troppo tempo.
Lungi da noi l’idea che si accetti l’attuale situazione ed anzi, siamo convinti che la nuova proprietà sia in sintonia con gli umori della piazza. Siamo ai minimi storici in quanto ad affetto e presenze, per cui è d’obbligo un colpo di coda e pertanto ben venga la tediosa pausa invernale, per quelle riflessioni che si impongono, onde raddrizzare la mira per un unico obbiettivo, vale a dire la salvezza.
Ecco, occorre ritornare umili, almeno fintanto non si è in grado di pretendere di più.
Alla vigilia delle feste, una buona novella ci risolleva il morale. Il "Crus" rientra in famiglia e questo è un segnale positivo, per molteplici ragioni. Con lui, si ritrova un motivatore e soprattutto, un conoscitore del nostro calcio, senza nulla togliere a chi di calcio s'intende, ma non è addentro alle peculiarità del nostro mondo del pallone.
Prendiamo dunque questa decisione come un punto di ripartenza per impostare una primavera mite a gradevole e che auguriamoci, possa riconciliarci con una squadra rossoblu dignitosa e meritevole. Nonostante le apparenze non siano delle migliori, ringraziamo la proprietà per tutto quanto sta facendo. Le buone intenzioni ci sono tutte, ma per ora i risultati non sono quelli desiderati. Che il Natale sia foriero di illuminanti correttivi. Di cuore, buone feste a tutta la famiglia rossoblu.
*** da www.ilmiochiasso.com
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