di Davide Perego
E' uno dei regali che abbiamo scelto di farvi trovare sotto l'alberello di CHalcio.com. Le luci e gli addobbi sono quelli di sempre. L'entusiasmo che ci porta a muoverci è sempre lo stesso. Ruggero Glaus - uno che come noi non ha fatto mistero di sottolineare quante siano state (molte) le occasioni nelle quali il suo operato sia stato accompagnato da commenti sprezzanti e considerazioni gratuite, ha raccontato nel suo "A Microfono Spento" tutto quanto serve per entrare e capire un mondo che nonostante tutto resta affascinante ed imprescindibile per chi ama lo sport. Fa parte del gioco nella vita di chi ha scelto di farne una professione. Fa parte di chi ama confronto e discussione. Con Ruggero abbiamo però scelto di lasciare da parte i contenuti della sua fatica (chi non ha letto il libro è invitato a non perdere altro tempo) e di focalizzare la nostra chiacchierata sulla Challenge League 2015-2016. Lo facciamo partendo però da una domanda che abbraccia un amore eterno.
Nel Luglio del 2011 sei diventato un magnifico "pensionato". In occasione dell'annuncio da parte dei media non hai fatto mistero di rendere pubblico il tuo sogno: diventare Presidente del FC Chiasso". Lo è ancora ?
" Il cuore mi suggerirebbe : "certamente". Tuttavia, siccome nel calcio tutto spesso va spedito e modifica le situazioni, oggi come oggi rimane unicamente un sogno. Diciamo che, almeno moralmente, mi sento parte integrante di un club che ho sempre amato e che amerò' per sempre, qualunque sia il destino assegnato".
Hai ancora un ruolo operativo all'interno del club per il quale continui a vivere e morire ?
" No. Purtroppo non sono più' capo stampa, (ruolo che tra l'altro rivestivo con grande entusiasmo) ma non voglio innescare polemiche. È successo contro la mia volontà, ma non vi erano più' i presupposti per continuare per cui, meglio così".
L'arrivo con qualifica ufficiale di Mattia Croci-Torti - notizia di qualche giorno fa - sembra aver riportato un po' tutti a casa ed a sentirsi meglio rappresentati all'interno di una società ormai priva di identità. Quanto sarà importante il lavoro del "Crus" per far ritrovare alla gente di Chiasso la strada che porta al "Riva IV" ?
" Direi di primaria importanza, poiché se é vero che il Chiasso per sopravvivere nel cacio nazionale d'élite, necessita di sostegni esterni, secondo il mio modesto parere, non può' fare a meno di personaggi indigeni che conoscono la realtà locale e che pertanto possono agire o influenzare dirigenti esteri, rendendoli il più' possibile sensibili e in sintonia con la piazza".
Tramite il portale "Il Mio Chiasso" abbiamo la fortuna di attendere i tuoi commenti nella rubrica "Chiaroscuro Rossoblu". Innegabile che quasi mai ci troviamo in disaccordo. Il giornalismo di questi anni sembra aver perso gradualmente negli ultimi anni il senso del dovere: quello di fare critica. Ci si incolla alla propria sedia e quando si scrive si pensa prima di tutto a far contenti tutti. Sei stato uno di quelli che non le ha mai mandate a dire da qualcuno. Ti piace oggi leggere un giornale sportivo o ascoltare trasmissioni nelle quali lo scopo è solo quello di farseli tutti amici ?
" Assolutamente no. Quando ero operativo, ho sempre svolto la mia funzione con cognizione di causa, dicendo sempre quello che ritenevo opportuno indipendentemente dalle bandiere. Faccio per dire che ho sempre agito con professionalità. Al contempo, ho avuto occasione di allacciare rapporti di stima con tutti, limitando le polemiche ed anzi, acquisendo credibilità e simpatie, che perdurano nel tempo. So anche che non si può' piacere a tutti, ma mi sento comunque molto orgoglioso in quanto so di incontrare i favori di molti e ne ho tangibili prove.
I colleghi che fungono da " banderuole" non mi sono mai piaciuti. Attualmente, quando mi chiamano in TV nelle vesti di opinionista, volutamente addirittura calco la mano, poiché ora posso anche permettermelo e sono disposto al dialogo anche con chi non é d'accordo con me. Il tutto, nel pieno rispetto delle persone e dell'educazione" .
La prima squadra del FC Chiasso versa in una situazione di classifica preoccupante ma forse ciò che desta ancor più timore e la mancanza assoluta - da anni - di un serbatoio in grado di lanciare i ragazzi nel grande calcio. Il discorso sarebbe come sempre lungo e complesso. Quali sono secondo te le difficoltà che portano la sezione allievi e il raggruppamento a svolgere un lavoro fine a se stesso che si esaurisce ben lontano dal profumo della categoria in cui gioca la prima squadra ?
" Credo che un po' dappertutto, si sia persa l'identità locale, come dire, che l'erba del vicino é sempre più' verde. Il calcio moderno è un circo internazionale e il business impera. Si sono dimenticati quei valori, che un tempo rendevano orgogliose le società. Pensate un po' cosa erano una volta i derbies! Oggi è tutto cambiato e sconvolto. Quanto sta succedendo alla FIFA é tutto un programma. Ma, non si può' tornare indietro e allora occorre adattarsi senza scandalizzarsi.
Un tempo, i nostri giovani promettenti raggiungevano la prima squadra. Oggi, se hanno davvero delle qualità importanti, sono destinati ad altri lidi".
Il campionato 2015-2016: le tue considerazioni sul cammino del Chiasso le abbiamo lette on line. Anticipi cosa ci riserverà la seconda fase alla luce delle "promesse" e delle "premesse" a noi oggi conosciute.
" Non é una domanda semplice alla quale rispondere con precisione. Tutto secondo me, può' ancora accadere, tenuto conto che il Chiasso non é un complesso tanto modesto da meritarsi i bassifondi della graduatoria. Non é pero' neppure uno squadrone da primi posti come magari si andava dicendo. Io credo che urgono alcuni correttivi per evitare sgradevoli sorprese. Prioritario l'ingaggio di un "vero" attaccante, ma trovarlo ora non é operazione elementare. Internamente al club poi, spero vivamente che i dirigenti si rendano conto di quanto sia necessario migliorare per rendere la squadra più' competitiva, onde evitare il peggio" .
Cosa e chi ti ha deluso del Chiasso targato Schaellibaum (prima) e Camolese (poi).
" Schaellibaum é stato l'allenatore ideale nel momento giusto, poi pero', qualcosa che mi sfugge è successo, poiché non riesco ad accettare le motivazioni per le quali il Mister ha lasciato la società in fretta e furia. Devo anche dire che comunque la crisi del Chiasso era già iniziata con Schellibaum ancora in panchina. Imposizioni forse, non lo so.
Per quanto riguarda Camolese, mi attendevo come molti, se non una svolta improvvisa, comunque una scossa che invero non c'é stata. Io, al nuovo tecnico darei ancora fiducia attendendolo al varco a febbraio, quando cioè, avrà espresse le sue perplessità e le sue desiderate alla società. Allora, sarà la la sua squadra e non avrà più' alibi. Devo anche aggiungere che il personaggio non mi dispiace per cui, attendo con impazienza la ripresa del torneo".
Chi va in Super League ?
" Mi vien da dire di primo acchito il Losanna, tuttavia sappiamo benissimo che la seconda fase della stagione, spesso propone squadre profondamente mutate rispetto all'andata. Per il potenziale economico che per ora regge, non posso tralasciare di menzionare il Wil, forse l'unico vero rivale ancora della squadra di Celestini. Provocatoriamente darei ancora qualche chanches all'Aarau, invero staccassimo, ma che potrebbe anche recuperare in virtù' del suo effettivo potenziale".
...e chi retrocederà ?
" Qui davvero non so che pensare. Prima del Natale, stando cosi' le cose direi addirittura il Chiasso. Lo penso ma poi mi rifiuto di crederlo. Si sente dire che il Bienne abbia problemi finanziari, ma speculare su queste cose non é consigliabile. E allora, che scende? Azzardiamo una risposta. Una tra Wholen e Sciaffusa e che Dio ce la mandi buona".
Segui le vicende del calcio regionale ? Ti diverti ancora ad andare sui campi o ti limiti a seguire il Tuo Chiasso ?
" Un tempo ci andavo spesso e mi divertivo pure. Oggi ci vado molto meno, ma non mi limito a seguire il mio Chiasso. Intanto sono stato ingaggiato da Teleclub per commentare il Lugano in Super League e poi seguo assiduamente il calcio internazionale e i campionati più' blasonati del Continente, senza dimenticare ovviamente europei e mondiali. Seguo insomma il calcio a 360 gradi, poiché, nonostante tutto mi piace ancora parecchio. Se posso, chiudo con un sogno che covo orami da molti anni. Desidererei ardentemente poter vedere una tribuna di fronte a quella principale al Riva IV. É pretendere troppo? Non mi pare. Voi cosa ne pensate" .